610 Trailer
Sono finiti da un pezzo i tempi in cui dovevo rincorrere Superboy per farlo filare a letto, ma l’abitudine di fare melina prima di andare a nanna gli è rimasta, purtroppo. Ultimamente adotta la tecnica del “Mamma, senti: ho inventato una barzelletta/una fiaba/un racconto breve/uno spot pubblicitario” perché sa, canaglia come pochi, che nove volte su dieci riesce a strapparmi un sorriso e allora divento meno rigida sugli orari.
Ieri sera si è superato, almeno secondo il mio coredemamma.
Conoscete i trailer di Lillo e Greg per 610? Qualora vi fossero sfuggiti, nel video trovate un esempio.
Ecco cosa ha partorito ieri sera mio figlio due minuti prima di spegnere la luce, mentre ero con gli occhi di fuori perché ha impiegato un’eternità per infilarsi i calzini. Avrebbe potuto realizzarne un paio a maglia, tanto ci ha messo.
– Allora, ma’. Senti questa… –
O-D-D-I-O… ci risiamo…
– Dunque: immagina una grande riunione familiare in una casa a due piani, un sacco di gente. Cugini, fratelli, nonni, amici. Insomma, tanta gente tutta tranquilla a mangiare. Ma c’è un bambino che fa un sacco di capricci. Ma tanti, eh! Rovescia i piatti, dà fastidio a tutti. Una peste. Proprio una peste bubbonica.
Il padre lo sopporta per tanto tempo e alla fine si stufa. Guarda il figlio e gli dice: “Ora bastaaaaaa! Piantalaaaaaaa! Non puoi stare più qui. Prendi il piatto. Giù, mangi. Hai capitoooo? Giù, mangi.
JUMANJI. NEI CINEMA”
Ho riso. Tanto. Ma forse l’ho fatto solo perché è mio figlio. La mail di 610, comunque, ce l’ho. Voi acqua in bocca, niente soffiate. Gente molto più in gamba di me senza un ghostwriter scriverebbe al massimo la lista della spesa, io neppure lo pago. Per ora…
e niente, lo adoro!
Mi era già sorto ‘sto dubbio 🙂
E non gli puoi manco dire: che figlio di tanta mamma. (Io sto cercando di ipnotizzarli a base di Amelia e zio gatto, se dormono con i calzini sono quelli che non si sono tolti e insisto solo sul lavarsi bene i denti. Che già così mi costa tre mezze serate. Sei eroica, luà, se stai ancora a sferruzzar calzini. Io da mo che lo facevo dormire scalzo e nudo, se voleva.)
Ma ti sembro tipo da sferruzzare calzini, io? Non che non ne sarei capace, per carità, ma lo sferruzzare era solo una misura per quantificare il tempo che ha impiegato per infilarseli. Pure io lo faccio dormire scalzo e nudo, ma non quando ha la bronchitella. Proprio perché dorme spesso scalzo e nudo 😉
Piccolo genio, per nulla lo chiami SuperBoy.
I miei sono ancora nella fase: melina con appello. In sostanza nominano tutti i nomi di parenti ed amici chiedendo se dormono. Es: Nonno Aldo, dorme?
Quando si arriva a: “Il trattore di Vittorio, dorme?” è chiaro che è ora di piantarla giù dura.
Maria invece va sull’esistenziale/recriminatorio: “perchè, mamma, non mi fai una sorellina così anche io non sono più in camera da sola? Non è giusto. E perchè voi siete in due? (Perchè siamo sposati, tesoro). I gemelli non sono sposati e sono in due, non è giusto”
In realtà il suo nickname nasce per motivi che con la presunta genialità hanno poco in comune. Quando aveva circa un paio d’anni mi capitava che alcuni genitori si lamentassero delle marachelle dei loro figli, prodezze che quel semi delinquente all’epoca attuava durante il sonno (le rare volte in cui dormiva). Insomma: quello che a loro risultava sconvolgente (tipo sporcarsi con la ghiaia del parchetto, che poi mi chiedo: se non vuoi che si imbrattino, sigilla i tuoi figli in una teca di cristallo, ai giardinetti che ce li porti a fare?) per me era ordinarissima amministrazione. Spesso mi capitava di ascoltare queste lamentele mentre disincastravo Superboy dal lampadario del soggiorno, oppure gli toglievo di mano un coltello da macellaio che non è esattamente un giocattolino a norma CE. E allora certe volte sbottavo replicando: “Ma nun me lo dì a me! Ma nun lo vedi che so’ la mamma de Superman, io?” Poi, considerando la sua ancora tenera età, l’ho modificato in Superboy.
Il ragionamento di tua figlia sui gemelli non fa una piega, e mo’ te vojo a trovare una replica convincente 😀
infatti ci siamo rifugiati dietro il bieco e tristemente antico: Ora basta, dormi e smettila!
E comunque no, solo l’idea di ricominciare da capo con un’altra pargoletta mi mette l’ansia.
E pensa se ne arrivano due
E se poi è maschio?
No no no no
Il “basta dormi e smettila!” è un classico che risolve parecchio, meglio del tubino nero 😉