Dralion-Cirque du Soleil
Ieri sera ho visto il sole, eppure era già calato da un bel pezzo in un cielo tutto nero e spalmato di un’acquerugiola fastidiosa, di quelle che condurrebbe al suicidio persino Winnie the Pooh nelle sue giornate più gioconde.
Dralion è uno dei meravigliosi spettacoli de le Cirque due Soleil, una compagnia circense di cui mi sono perdutamente innamorata anni fa, quando si esibivano in Italia con lo show Alegria.
Dubito fortemente che non conosciate questa meravigliosa evoluzione del circo tradizionale, quello che utilizza animali e pagliacci tristi. A me il circo ha sempre appiccicato addosso un’infinita malinconia; ci sono andata qualche volta da piccola, mai da adulta. Le Cirque du Soleil è strepitoso non tanto per il talento incredibile dei suoi protagonisti, acrobati che non trovate in nessun altro spettacolo al mondo, ma per il contorno coreografico: a fare da cornice ai numeri, che non sono mai una banale successione ma si compenetrano nei tempi diventando un tutt’uno, ci sono ballerini abilissimi e artisti che cantano rigorosamente dal vivo.
Quello che mi piace è la fusione fra arte circense e la multidisciplinarità della danza e del canto, il risultato è meraviglioso. Dralion trae ispirazione dalla filosofia orientale e dalla sua infinita ricerca di armonia tra umani e natura. Il nome dello spettacolo deriva da due creature emblematiche: il drago, simbolo dell’Est, e il leone, simbolo dell’Ovest. In Dralion i quattro elementi che governano l’ordine naturale prendono forma umana. Ogni elemento è rappresentato da un colore evocativo: l’aria è blu, l’acqua è verde, il fuoco è rosso e la terra è ocra. La Cina, poi, un Paese che non sono ancora riuscita a visitare perché non è che si trovi esattamente dietro l’angolo del Colosseo, aggiunge un fascino meraviglioso all’insieme.
Il passo a due aereo, mai vista prima una cosa del genere…Fra i numeri incredibili che mi sono trovata davanti agli occhi, questo mi ha letteralmente stregata. E’ come se questa coppia facesse l’amore sospesa in aria, ho pianto da quanto erano belli.
Trovate un breve video qui
Sarà che io adoro la danza, perciò il mio giudizio potrebbe apparire in qualche modo falsato, fatto sta che un giocoliere che non si limita a lanciare roba in aria con impareggiabile maestria ma balla insieme ai suoi strumenti è un qualcosa che non si può trovare in qualsiasi circo. Questo ragazzo lo trovo incredibile. E’ ovvio che questi pochi secondi non rendono giustizia al suo talento, ma è giusto per fornirvi un assaggio.
Mentre sto scrivendo questo post, in parallelo su Facebook è nata una disquisizione con un paio di mie amiche sul circo. Una delle due è d’accordo con me: le Cirque du Soleil è la naturale evoluzione di uno show che va avanti ormai da secoli e che molti trovano affascinante, ma a noi non piace il senso di malinconia che si trascina dietro. L’altra rimpiange il circo in cui gli artisti (e anche gli animali, purtroppo, aggiungo io) lavoravano fino all’età pensionabile mettendo magari in scena numeri ormai scadenti. Molto romantico, d’accordo, ma a mio avviso triste da matti.
L’amica pro circo tradizionale scrive questo: “E’ una macchina perfetta dal punto di vista dei contenuti, della comunicazione e della commercializzazione e bisogna essere bravissimi a pensarla prima e portarla avanti dopo, ecco, non mi convince. Ci trovo troppo estetismo fine a se stesso, troppi muscoli, troppe pelli lisce, troppo pacchetto regalo intorno. Ridatemi il circo con la trapezista bravissima ultracinquantenne con i denti d’oro e il trucco e gli sbrilloccheri del costume a farla sembrare ventenne, ridatemi il giocoliere nonno che però quello che fa lui con le clavette su una palla non lo fa nessuno. Questi sono bravi, ma mi sembrano la versione Barbie Ballerina del circo come lo conosco io e quindi non mi è mai venuta voglia di andarci. Questi sbarbi, quando superano la data di scadenza della fotomodella media, che gli fanno fare? Li mandano in tournée?”
No, non li mandano certamente in tournée, è chiaro, così come un calciatore quarantenne si reinventa allenatore o una ballerina ripone le punte a una certa età e magari apre una scuola di danza. Ci sono professioni che durano un battito d’ali, altre che puoi svolgere fino alla fine dei tuoi giorni, si tratta semplicemente di questo.
Riporto le riflessioni della mia amica non per accendere inutili polemiche, ma semplicemente per fornirvi elementi qualora foste in dubbio se andare a vedere o no uno show di questa compagnia circense. Se amate poco l’innovazione, la danza e la cura maniacale dei dettagli allora Dralion potrebbe non piacervi. Vi assicuro che non c’è nulla di artificiale nel loro spettacolo, nulla di costruito o plastificato, però potrebbe comunque non incontrare i vostri gusti. Se rimpiangete l’odore pungente degli elefanti, il ruggito delle tigri, i trapezisti con l’occhio di bue sparato addosso nel momento clou, i pagliacci che spruzzano acqua da enormi margherite appuntate sul bavero, allora le Cirque du Soleil non è roba per voi.
Se, al contrario, vi piacciono le rivisitazioni originali, le emozioni forti, se vi incanta il talento puro, l’arte ai massimi livelli spalmata su tutti i piani possibili, se vi affascinano da matti le esplosioni di colore, se volete vivere un sogno a occhi aperti allora non perdetevi Dralion per nessuna ragione al mondo. Questa, per esempio, è la loro idea di trampolino elastico. E’ il numero che ha fatto impazzire Superboy, il quale sostiene che anche lui sa fare una mezza specie di quei salti quando va ai gonfiabili.
Certo, come no. E io scrivo come Isabelle Allende.