Di pance e figure di m…
Mi è tornato in mente stamattina, mentre ero in coda in farmacia. Stavo per commettere lo stesso errore, identico. O forse no. Nel dubbio, ho evitato.
Vi parlo del lontano 2003, ero al quinto mese di gravidanza ma non si vedeva. Pancia piatta, soltanto un lieve gonfiore. Tipo una che ha un accenno di colite, per intenderci. Quel pancino inesistente è esploso soltanto all’inizio del settimo mese. Esploso, poi… Si fa per dire. Insomma: che fossi incinta si è visto soltanto quando ero a un mese dal parto, è stata l’unica volta in cui sono riuscita a ottenere la precedenza in un ufficio postale.
Era il lontano 2003, dicevo, più o meno di questi tempi. In un centro analisi che non contemplava la possibilità di favorire le donne incinte, me ne aspettavo pacifica il mio turno. Ho goduto di una gravidanza splendida, quasi nessun disturbo, ma stare a digiuno quando in grembo hai già un feto – e non più un embrione – non è piacevolissimo. Mi girava la testa da morire, erano quasi le otto e trenta del mattino.
Una ragazza si lamentava, sbigottita dal fatto che nessuno la facesse passare avanti. Si lagnava in modo così fastidioso che, se non fosse stato illegale, qualcuno l’avrebbe giustiziata a mani nude. Io per prima. Il suo turno sarebbe arrivato almeno tre persone dopo di me.
A un certo punto, cercando consensi in giro, ha gridato: – Ma io sono al terzo mese di gravidanza! – , con un’aria tragica neppure avesse appena rotto le acque.
E io, che ero arrivata in quel centro analisi almeno mezz’ora prima di lei, ho replicato caustica: – Datti una calmata, gioia. Io sono al quinto e non faccio un fiato. Rassegnati: qui non frega niente a nessuno se aspetti un bambino… –
– Ma coooooooome al quinto?! –
– Eh, al quinto. Pancia non ne ho, ma a fine febbraio sforno un ragazzino. Ti faccio vedere l’ecografia, se non ti fidi –
La rompipalle ( giustificata, su questo non si discute), ha chiuso il becco. Io, purtroppo, no. Non soddisfatta, ho indicato una donna che era arrivata molto prima di me; aveva una pancia almeno da settimo mese.
– E allora lei?!- , ho sbottato perché non reggevo più le lamentele di quella ragazza – e allora lei, che dovrebbe dire? –
La pancia da almeno settimo mese ha replicato: – Ma io non sono incinta! –
Ecco. Fatene tesoro. Così, quei consigli non richiesti, ma fatene tesoro lo stesso.
Da quel lontano novembre del 2003, do dell’incinta a una donna soltanto se è sdraiata a terra a cosce aperte, se grida come se qualcuno le stesse strappando le unghie con una cesoia da giardiniere e se ha una capoccetta che sbuca proprio da lì.