Festa a sorpresa
La mia prima frase di senso compiuto, non appena ho acquisito il dono della parola, è stata: “Madre, ma tu proprio in piena estate dovevi farmi nascere? “. Da piccola non ho mai festeggiato degnamente il mio compleanno, o quasi. Tutti i miei amichetti erano già in vacanza, ridetene pure ma so’ traumi infantili pure questi. Una decina d’anni fa ancora non scrivevo, ma se l’avessi fatto, l’esplicativo titolo del mio primo libro sarebbe stato:“Trent’anni di solitudine”. Non avrei parlato delle vicende della famiglia Buendía, ma della devastante sensazione di sentirmi dimenticata da Dio e dagli uomini proprio il giorno della mia nascita.
Crescendo, la problematica è lievemente migliorata. Il 22 Luglio c’era sempre qualche disgraziato ancora in città. Così, riuscivo a spegnere le candeline con il conforto di un paio di amici sudaticci e incazzati neri, costretti come me a sgobbare fino a metà agosto invece di starsene spaparanzati con le pudenda al sole.
Mio marito Stefano, ieri sera, si è ampiamente guadagnato il diritto a sfoggiare il nome di uno dei santi più famosi del calendario. Cosa ha fatto di tanto speciale? Mi ha finalmente regalato un compleanno degno di questo nome, radunando tutti i nostri amici più cari in un ristorante sciccoso a mia insaputa, ovviamente. Ha costretto tutti, anche quelli geneticamente inabili a raccontare frescacce, a inventarsi momentanee residenze in paesi esotici distanti anni luce da Roma, malattie immaginarie e improvvise, impegni improcrastinabili. Tutti quelli che ho poi ritrovato sorridenti, docciati di fresco e vestiti a festa davanti al tavolo di un ricco buffet, si erano dichiarati nell’impossibilità di cantarmi “Tanti auguri a teeee!” dal vivo.
Ancorata al collo delle mie due più care amiche d’infanzia ho pianto. Sfido chiunque a non ritrovarsi con gli occhi umidi di fronte a una sorpresa così ben architettata. Tutto ciò sarebbe stato più che sufficiente a fare di lui il Marito del Secolo, ma il suo colpo da maestro sarebbe arrivato soltanto mezz’ora più tardi.
Durante la giornata di ieri non ho dato alcun peso al fatto che mi chiedesse costantemente di lasciare acceso il cellulare visto che lo tengo quasi sempre spento. E’ un difetto detestabile, lo so, ma tant’è.
Prima di uscire di casa, teoricamente per una cenetta a due + Superboy, Stefano si è accertato che avessi preso il telefonino.
“Ma sì, sì… Certo Ste’!” gli ho risposto un filino stizzita, chiedendomi perché mai gli fosse presa quella fissazione. L’ho capito più tardi, mentre gustavo un risotto allo champagne.
Squilla il cellulare. Mio marito lo sfila dalla tasca ( ma non l’avevo messo in borsetta? ) e me lo porge con un’aria soddisfatta e misteriosa. La mia migliore amica ridacchia, seguita a ruota dal marito. Ma non mi sono insospettita più di tanto. A quel punto della cena eravamo tutti almeno al secondo bicchiere di vino ghiacciato, sghignazzare in modo ebete era il minimo sindacale.
“Eccheduepalle!” ha esclamato la contessa che subaffitta il mio corpo “Ma questo/a si ricorda alle 21 e 39 che oggi è il mio compleanno?”
Mollo sgraziatamente la forchetta e lancio un’occhiata al display: anonimo.
“A vabbe’! Disturbatore e pure anonimo!” penso, ma considerate un’attenuante: a stomaco vuoto non sono lucidissima.
“Pronto, parlo con Luana?” flauta una voce maschile dall’accento vagamente siculo.
“Sì, ciao. Sono io…”
“Allora, se sei Luana oggi è il tuo compleanno…” continua la splendida voce ingrifante.
Sì, grazie. A questo ci arrivo da sola…Ti sbrighi a farmi gli auguri così risolviamo ‘sta pratica? Mi si fredda il risotto, vacca miseria, risponde mentalmente la becera affamata.
“Sì… Oggi è il mio compleanno, certo. Ma scusa, tu chi sei?” chiedo io.
Tergiversa ancora un po’, mi regala una risatina sexy e quindi, finalmente, arriva la risposta:
“Sono Guido Caprino.”
L’unico neurone ancora sobrio inizia a saltellarmi nel cervello come un’adolescente davanti al poster del leader di una boy band. Batte le manine, lancia gridolini scomposti e garrula: “Il Commissario Manara! Il Commissario Manara! Il Commissario Manaraaaaaaaaaa!”
Un decimo di secondo dopo schizzo in piedi travolgendo quasi mio figlio che vuole sapere con chi sto parlando. Gli faccio segno di tacere con l’aria di un addestratore di cani che rimette al suo posto un pit bull indisciplinato.
Ora vi chiederete: ma come accidenti hai fatto a non pensare che fosse uno scherzo? Come hai potuto credere che dall’altra parte del telefono ci fosse realmente Guido Caprino? Perché proprio tu, una donna stranota per la sua scaltrezza, non hai risposto a quel tizio con un sarcastico: “Sei Guido Caprino? Sììììììì? E io sono Belén Rodríguez!”
E ve lo dico io perché: la cognata della mia migliore amica è siciliana e, grazie a una sfacciata botta di culo, a Natale si è ritrovata a una festa assieme a Lui, che è legatissimo alla sua famiglia e appena può se ne ritorna nella sua bella isola. Mimma mi ha inviato delle foto dove sbaciucchiava sotto il vischio proprio Lui, il mio sogno proibito, l’Uomo per il quale non esiterei ad abbandonare per sempre mio figlio, mio marito e anche il Pianeta Terra, alla bisogna. Mi ha fatto rosicare per mesi, raccontandomi di quanto fosse affabile, alla mano e soprattutto straordinariamente bello, visto di persona. Più bello di quanto non appaia in TV.
Mimma, oltre a possedere la fortuna sfacciata di conoscere un’amica d’infanzia di Guido, è indubbiamente una donna dal cuore d’oro. Mi prometteva da tempo una sorpresa legata al Commissario Manara, ma francamente dopo cinque mesi avevo perso la speranza di vedermi spedire a casa una foto autografata. Questo era il massimo che mi sarei aspettata. Tutto, avrei immaginato tutto, ma non che l’avrebbe convinto a telefonarmi il giorno del mio quarantesimo compleanno.
Cosa ho detto a quello splendido maschio che è stato così carino da regalare un attimo di puro godimento a una delle sue più accanite fan? Un mucchio di scempiaggini delle quali mi vergognerò nei secoli a venire, qualcosa del tipo: “Manaraaaa? Ccccioè.. Sei proprio tu, Manara? Gggiuro, non ci posso credereeeeeeee!”.
E lui, educatamente, mi ha fatto presente che Manara è solo il nome di uno dei suoi personaggi.
“Sì, sì. Ccccioè.. Gggiuro! Figurati se non lo so proprio io… Hi!Hi!Hi!Hi!Hi!”
Quindi ho reagito così come qualsiasi matura neo quarantenne avrebbe fatto. Sparando bojate, un piccolo esempio:
“Iotiamo tiadoro seipiùbellodelsoledellalunadellestelle eguardatelodico conmiomaritoquidavanti echissenefrega semisente!” tutto attaccato, senza virgole per riprendere fiato. Avevo il terrore che cadesse la linea.
Non contenta, a un certo punto credo di aver cinguettato: “Sì, compio 40 anni, ma in realtà ne dimostro al massimo 25!”. Ma sì, spariamola generosamente grossa, mica è una videochiamata! Poi, in uno sprazzo di amor proprio, sono riuscita a fargli credere che fossi in qualche modo dotata di una pseudo intelligenza o, perlomeno, del senso dell’umorismo.
Quando gli ho citato una frase che ho inserito sul mio profilo Face book: “Amo il Commissario Manara, ma lui se ne frega. Mi consolo allora con l’Ispettore Coliandro. Chi si accontenta stragode” lui ha ridacchiato con il suo splendido accento da figlio dell’Etna.
Non ricordo altro di quella conversazione, soltanto che dopo un po’ mi ha rinnovato gli auguri e quindi mi ha salutato garbatamente. Subito dopo deve aver chiamato un analista per riprendersi da quei 3 minuti di passati in compagnia di un’adolescente isterica prossima alla terza età, la razza peggiore. In alternativa, è probabile che abbia buttato giù in fretta un paio di grappini e forse una boccetta di Smemoril.
Io no, quella telefonata non me la dimenticherò neanche se dovessero rapirmi gli alieni per resettarmi il cervello. E soprattutto non dimenticherò mai la strepitosa serata che mi ha regalato Stefano ieri, il più bel compleanno della mia intera esistenza.
E’ proprio vero che la vita comincia a quarant’anni.
PS: Preciso per dovere di cronaca che, all’ennesimo sollecito di mio marito a tenere il cellulare acceso, ho sbottato con questa frase premonitrice: “ ‘A Ste’, ma che è ‘sta fissa del cellulare? Ma chi cacchio vuoi che mi chiami, il Commissario Manara?”
Mettetevi in fila, ho appena acquistato la sfera di cristallo.
Sconti sostanziosi alle lettrici abituali di questo blog.
Venghino siore veghino!
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