Groupies
Ne ridevo bonariamente in chat giorni fa con un amico. Scrittore, sceneggiatore, ex attore, discreto figo, di quella figaggine impastata di attenzioni tenere come la carta vetrata sul culetto di un bebe’ ma a modo loro incredibilmente commoventi.
Sta per uscire il suo prossimo romanzo, anche se pochissimi lo sanno. Non ama particolarmente strombazzare le sue attività in giro, presenta di rado i libri perché il suo lavoro principale è un altro, la sua fan page conta meno like della mia. Eppure è bravissimo, famoso e pubblica con una casa editrice per la quale molti cederebbero un rene. Anche due. Per prenderlo in giro mi sono messa a fare la groupie, so che lo diverte.
Esiste un contorno umano grottesco che abbraccia gli scrittori, un’aurea di presunta sacralità che non condivido affatto. Ne ho parlato anche nel post Il mestiere di scrivere. É un fenomeno che interessa soprattutto quelli famosi, se sono discretamente fighi anche peggio, se non sono gnocchi più di tanto non è poi fondamentale: l’importante è che siano maschi.
Sviolinamenti e incensamenti che rasentano il ridicolo, commenti su Fb talvolta scritti anche da uomini ma è molto raro. I groupie maschi sono mosche bianche, le supporter più sfegatate sono signore che apprezzano molto, molto la scrittura. Diciamo più la penna che scrive. Ma diciamo anche la mano, il braccio, il torace e tutto quello che c’è attaccato attorno.
Signore che fanno bene a leggere buoni libri.
Fanno benissimo a leggere in generale, perché in Italia lo si fa davvero poco. Che leggano, ma perché – mi chiedo – scrivere robe tipo: “Non dormo, non mangio, non penso, non lavoro, non nutro i miei figli in attesa del tuo prossimo libro. Non posso vivere senza le tue Parole. Anelerò il momento in cui il tuo Ennesimo Sommo Capolavorohhhh vedrà finalmente le stampe come il Sacro Graal e poi berrò da esso, avidamente, senza dissetarmi mai in attesa del prossimo.” E queste sono le mistiche generatrici d’ansia.
Tranne rarissimi casi, uno scrittore non è una macchinetta che sforna pop corn. Soprattutto, non è Dio.
Poi ci sono le iperboliche, quelle che se l’affascinante GEGNO della letteratura scrive “Uffi! Oggi mi sono tagliato facendomi la barbaaaa!” infestano la bacheca di “Ohhh! La tua Penna è sempre capace di farmi Sognare…. Grazie per tutte le Emozioni che mi dai, sei veramente una Bella Persona, una Persona Verahhh!” Il tutto sottolineato da cuoricini, intriganti puntini di sospensione, ridondanti lettere maiuscole, annenicoli e stickers vari, orpelli che trovo irritanti al punto che mi verrebbe voglia di cancellarmi da Facebook un giorno sì e quell’altro pure.
Le più inquietanti sono le vamp, quelle che d’estate allietano le bacheche degli scrittori con i selfie dei loro romanzi spalmati lascivamente sulle cosce o sui seni, con Giggi er bagnino a fare da sfondo all’artistico scatto, il cocomeraro con la panza e l’immancabile bikini leopardato.
Ma per favore, per favore, per favore! ELLI fanno la cacca, come tutti noi. Fanno la cacca e ridono di certi comportamenti.
#sapevatelo
Ho appena letto di un altro paio di amici che sono stati paragonati a degli Dei, ringrazio Zuck per non aver ancora creato lo stickers con l’aureola luminosa o quello che stampa i santini. Non ce l’avrei potuta fare in questo caso, credetemi.
Ho riso, tantissimo. E poi mi sono cadute le braccia per terra.
Sarò anormale io, ma in presenza di personaggi famosi (attori, cantanti, scrittori maschi o femmine) non mi strappo i capelli. Mi comporto in modo normalissimo; emozione – per carità di Dio quella è dovuta – ma finisce lì. Li lodo il necessario, li ammiro perché il loro talento va riconosciuto, scrivo recensioni – e qui torniamo alla scrittura – volentieri perché adoro leggere e se un libro mi colpisce amo condividere ciò che mi ha regalato. Però lascio a margine l’eccessivo entusiasmo, anche se sono una persona decisamente soggetta alle emozioni.
Mi ricordo sempre che questi personaggi fanno la cacca, esattamente come tutti noi.
Ed è probabilmente per questo che riesco a godermi l’amicizia di alcuni di essi senza proclama ridicoli, senza vantarmene (vantarmi DE CHE?) o mettermi a gareggiare con chi li conosce da più tempo e perché e senza raccontarlo troppo in giro, soprattutto su quel vecchio pettegolo di Fb.
Nota semantica tratta da Wikipedia, a beneficio di quante si sentissero offese dal termine “groupie” per mancanza di informazioni certe sul suo significato. Google c’è, viva Dio, è sufficiente utilizzarlo di tanto in tanto.
Che ne sai che fanno la cacca? Allora li hai spiati!
Alcuni di loro me l’hanno confessato in estrema confidenza, così come uno – in particolar modo – mi ha detto che gli vengono gli attacchi di colite alla vigilia di una presentazione importante. Avevo giurato di non diffondere la notizia in giro, ma sono sempre stata un po’ restia a mantenere le promesse 😉
Vabbè mò me lo devi certificà che fanno quelle cose. In ogni caso sappi donna malfidente, che se anche fosse (e sì qualcuno lo ha confidato anche a me) la fanno profumata tiè 😉
Chiunque bazzichi anche per sbaglio l’ambiente lo sa. Non fare la gnorri, mascalzona 😀
E certo, cara. Sì. La fanno naturalmente profumata, come potrebbe essere diversamente?
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