Il black moor cieco
Questo che sto attraversando non è esattamente il periodo più spensierato della mia vita. La tentazione di saltare sul primo volo diretto a Cuba con un biglietto di sola andata è sempre più prepotente, ma tutto sommato sono una ragazza coscienzosa e allora resto al mio posto e incasso un colpo dietro l’altro.
Non vi tedierò con i particolari, anche perché dubito fortemente che possano interessare a chicchessia. Il linea generale non amo granché gli spazi laddove il blogger racconta per filo e per segno i dettagli più intimi della propria esistenza. Spesso lo fanno quelli che hanno avuto l’astuzia di mantenere un’identità segreta come i supereroi, anche se non è una regola. Io firmo da sempre questo blog con tanto di foto, nome e cognome e per ovvi motivi la faccenda limita non poco la mia possibilità di raccontarmi “oltre”.
Vi dirò solo che, in linea generale, questi problemi abbracciano la sfera lavorativa e familiare. Toccano i miei affetti più cari, mi destabilizzano e deconcentrano di brutto. Fanno male, facendomi sentire impotente e piccola, molto più piccola di quella che è la mia già minuscola fisicità. Li affronto comunque con il sorriso, il mio scudo protettivo fin da quando indossavo ancora il pannolone, ma rimanere nei limiti del possibile la consueta cazzeggiona non mi costruisce addosso una barriera impenetrabile. Il dolore filtra, è inevitabile. Stordirmi con tanti nuovi progetti aiuta, non dico di no, però non è sufficiente.
Ho accanto un uomo magnifico. Non perfetto, ma sa spalmarsi da sempre su certe mie falle caratteriali che non riesco a colmare. Questo periodo di merda (perdonate il delicato eufemismo, ma definizioni più calzanti al momento non mi sovvengono) lo stiamo affrontando regalandoci sorrisi reciproci conditi di piccoli e grandi atti di amore che non somigliano più agli slanci impetuosi dei primi tempi, però ci sono. Ci sono, viva Dio. E’ questo che ci aiuta ad andare avanti.
E’ un periodo costellato di così tanti problemi da raggiungere livelli grotteschi. E allora, inspiegabimente, irrazionalmente e anche idiotamente ci scappa da ridere. A tutti e due. Ridiamo delle grandi sfighe e ci facciamo sopraffare da quelle minuscole. Prima o poi ci toglieranno la custodia di Superboy per questo, ma non importa: ritroviamo così un nostro fragile equilibrio e ce lo facciamo star bene addosso. Di meglio non ci riesce.
Un esempio? Nei giorni scorsi ero distrutta perché non riuscivo a scovare uno straccetto da buttarmi addosso causa imminente comunione di mia nipote. Oggi, dopo estenuante peregrinare, ho finalmente trovato qualcosa. E’ molto, molto particolare senza essere troppo fuori dalle righe. Elegante, ma quel minimo che basta per non creare l’effetto “signora mia”. L’ho pagato anche una sciocchezza, il che non guasta mai. Insomma: risolvere un problema minuscolo mi distoglie dalla voglia di fiondarmi sul primo volo disponibile per Cuba, biglietto di sola andata.
Il diversivo di mio marito? Trovare un pesce rosso modello Highlander perchè, nonostante cure seconde soltanto a quelle dell’acquario di Genova, di tanto in tanto ci ritroviamo con un minuscolo cadavere che galleggia in superfice.
Sabato scorso abbiamo pensato di cambiare “modello”, giusto per variare un po’. I miei uomini sono tornati dal negozio di animali con un black moor nel sacchetto. Per quanti non lo sapessero, è una delle tante varianti del pesce rosso. Il nostro Jack è quello che vedete nell’immagine: nero come la notte, cicciolo e con un paio di buffi occhi a palla che fanno tanta simpatia.
Sembrava però un po’ spaesato. Andava a sbattere contro le piantine dell’acquario, nuotava in modo bizzarro, faticava un po’ per individuare in scioltezza il cibo. Superboy ha esclamato tutto contento: “Papà, mammaaaaaaaa! Guardate che strano! Jack ha gli occhi azzurri!”
Come gli occhi azzurri? Papy si è avvicinato all’acquario, ha osservato il pesce per qualche istante, ha bofonchiato un paio di oscenità a mezza bocca e poi, senza farsi sentire dal figlio, mi ha sussurrato: “Ecchecazz… Luà! Altro che azzurri, questo c’ha la cataratta, c’ha. Fra le altre disgrazie pure il pesce cieco c’è capitato!!!”
Lì ho iniziato a ridere come una pazza. Non riuscivo a frenarmi e soprattutto non riuscivo a credere che, fra un autentico problema e l’altro, dovessimo ciucciarci anche il fardello di un pesce ipovedente. Papy non riusciva a darsi pace e sì che, ve lo assicuro, di preoccupazioni autentiche da smazzarci ne abbiamo davvero una gamma sterminata.
Allora ho fatto una rapida googlata. Ho scoperto che gli occhi dei black moor regalano loro una visione laterale e difficoltosa: non è raro che vadano a sbattere contro gli ostacoli dell’acquario soprattutto se è un ambiente che non conoscono ancora bene ed è anche frequente che gli sbalzi di temperatura (o l’acqua malsana, ma non è questo davvero il caso) causino un velo ceruleo agli occhi.
Jack non è affatto cieco, deve soltanto prendere confidenza con il nuovo habitat. Oggi va già molto meglio, anche se non escludo di ritrovarmelo un giorno di questi tronfio e agonizzante a pelo d’acqua. Visto l’andazzo di questo periodino, non mi stupirebbe minimamente. Per il momento sono sfrontatamente ottimista. Mica ce po’ sempre dì pedalino porca de quella miseria!
PS: consiglio ai residenti fuori dal Grande Raccordo Anulare di documentarsi, alla bisogna, qui: Quanno te disce pedalino.
Prima di tutto un abbraccio gigante per la forza d’animo, che mica ci hanno disegnato di ferro e la vita quando vuole sa picchiare davvero duro.
E poi … il pesce spaesato mi ha fatto un sacco ridere! Voi con questi pesci avete proprio sfortuna 🙁 I nostri reggono da oltre due anni, certo ne abbiamo uno che spesso (come in questo momento) se ne sta a pancia in su e lo diamo per spacciato ma poi si riprende.
Il fatto che fosse solo in assestamento prendilo come un messaggio positivo, qualcosa partita malissimo e destinata a trovare un suo equilibrio …
A me fa tanto ridere l’idea della resurrezione a intermittenza del tuo pesce :-)No, non ci hanno fatto di ferro purtroppo. Spero tanto che tu abbia ragione su Jack, e anche su tutto il resto.
mi spiace per questo periodo grigio, per esperienza so che le sfighe arrivano tutte insieme, non si spalmano, esplodono nelle mille sfumature di nero grigio e vaffan……i pesci sfigati sono compresi nel pacchetto……un bacio e confido in te perchè quelli simpatici trovano la luce in fretta..
bacio
Grazie Elo. Non ho ancora ben capito dove sia l’interruttore, però io sono testarda e continuo a cercare. Un bacio a te.