La notte
La notte. Spengo il sorriso e la luce e penso. Mastico dolori, scivolo nei miei troppi perchè. Uno, in particolare, ce l’ha già la sua risposta, solo che non mi piace. Non ci sto, anche se è così ovvio che quel dolore è autoindotto, che potrei scrollarmelo di dosso facilmente se solo riaccendessi la luce e il sorriso.
Invece me ne resto da sola al buio, provo a vedere se magari ce la faccio a vincere la paura. Di me stessa, certe notti, più che dell’oscurità.
Essere il peggior nemico di se stessi, può capitare. Però ho voglia di innamorarmi di nuovo di quella che ero. Fra poco potrò camminare a piedi scalzi nella sabbia e rubare in giro un po’ di sole, specchiarmi da qualche parte e piacermi tanto. Riconoscermi, annusare di nuovo il mio odore, quello diluito in troppo buio, confuso in troppi perché.
Piantarla, tanto per dirne una, di partorire pensieri melensi, tristignaccoli e senza capo né coda come quelli di questo post. Pubblicamente, poi, come se assaporarli in privato non fosse un già un colpo letale alla mia serenità.
La notte non è semplice per nessuno, eccetto forse per chi la trascorre a dormire o fare di meglio e io ho, da sempre, un maledetto difetto: devo farmi annientare totalmente da un dolore, soltanto così riesco a digerirlo.
Io, che incinta di quattro mesi e mezzo, in Scozia sono riuscita a sopravvivere a un’ esperienza gastronomica come l’ huggies, ho ancora lo stomaco forte di un carpentiere. Cuore e cervello, quelli purtroppo si sono rincoglioniti quasi senza rimedio.
Quasi. Piedi scalzi nella sabbia e sole, sono sicura che presto ce la farò a riconoscermi.
Anche tu nel tuo malinconico mood… un abbraccione ruvido.
Ti rispondo con una carezza spigolosa, el_gae, la più tenera che posso. Solo i veri amici ti mandano abbracci ruvidi invece di inutili cuoricini lanciati in ordine sparso, giusto per fare scena.
L’unica cosa che mi manca delle notte insonni che mi regalava mio figlio è quel silenzio innaturale della città, sentire il respiro e parlare con me. Allora avevo anch’io un gran buio da smaltire, adesso credo riuscirei ad essere molto più clemente e a godermi la luna.
Succede così, una notte guardi fuori e ti viene da sorridere, e basta. Un abbraccio e niente cuori, ok? 🙂
Niente cuori, per carità. Una valanga di abbracci, però sì 😉 Grazie per la visita Marzia. E’ sempre un piacere sentirti.
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