Leggere fa schifo!
Venerdì scorso eravamo invitati a merenda in casa di un’amica. Lei ha tre figli in età assortite: il mediano frequenta la quinta elementare insieme a Superboy, il piccolo ha sei anni e la grande dodici.
In questa famiglia entrambi i genitori sono laureati e parlano fluentemente l’italiano, l’inglese e l’arabo, la loro lingua d’origine. Libri in casa ne circolano eccome, stimoli questi tre ragazzini li hanno senza ombra di dubbio. Eppure, e questo avvalora la mia teoria secondo la quale con la passione per lettura si nasce, esistono tre fratelli con identici genitori e risposte antitetiche.
Faccio un passo indietro per illustrarvi la mia convinzione, che può essere una baggianata oppure no, poi vi racconto cosa è successo con la ragazzina di dodici anni.
Ne parlavo anche tempo fa in un gruppo su Fb che non riesco a frequentare come vorrei: sono forti lettori, di quelli davvero bulimici. Ho chiesto loro quanto avessero influito i loro genitori in questa passione, se in qualche modo fossero riusciti a “insegnargli” a leggere. Le risposte sono state molteplici, la più comune è che avere uno o più genitori amanti della lettura abbia influito, così come avere libri in casa. Si è parlato di contesto sociale, di stimoli, di imitazione dell’adulto.
E fin qui il discorso ci sta tutto: se da piccolo non sai neppure come è fatto un libro, difficilmente questo oggetto riuscirà a incuriosirti. Però… Però, e qui arrivo alla mia teoria: come mai a parità di stimoli, contesto sociale e genitori il risultato – così come è accaduto nella mia famiglia, solo un esempio fra milioni – è un fratello/sorella che divora libri e un altro/un’altra che gli dà un’occhiata distratta, spesso solo per dovere scolastico?
Per essere chiara, rasentando l’esempio troglodita: prendi tre bimbetti, di quelli piccoli piccoli che magari indossano ancora il pannolino, metti loro davanti uno di quei deliziosi libriccini morbidosi con gli animaletti e i pop up e qualche parolina stampata qua e là che naturalmente dovrai leggergli tu. Salvo rare eccezioni, una/uno dei tre resterà a occhioni spalancati, l’altro cercherà di strapparti il libro dalle mani, il terzo/la terza, magari ti annuncerà a gesti che si è appena fatto/a la cacca sotto.
Innalza l’età e leggi a un gruppetto di marmocchi dai 3 ai 5 anni, a me è successo un casino di volte, parlo per cognizione di causa: c’è quello che ti si siede in braccio, quello che ti ascolta a bocca aperta, quello che presta attenzione trenta secondi sì e dieci minuti no e quello che continua a decapitare peluche.
Stimoli identici, situazioni identiche, libri identici. Qual è la variabile fondamentale? Il bambino, non venitemi a raccontare il contrario perché non fareste questa brillante figura. E’ il bambino che fa la differenza, non tu. Tu, adulto, che magari leggi da Dio, fai le vocine dei personaggi, hai gli occhi che ti brillano mentre fai vivere le parole, accarezzi con amore quell’assemblamento di capoccette che fanno da contorno e sei carismatico, brillante, divertente, “acchiapposo”. Ma c’è sempre quello che non si fa acciuffare, per quanto tu possa essere coinvolgente e brillante e bla bla bla.
Perché? Perché in quel momento, e forse anche in seguito, di capire che cos’è un libro quel singolo soggetto non ha nessuna voglia. Poi c’è quello che invece nasce con la curiosità per parole che non sa ancora leggere ma vuole sapere cosa significhino finché non sarà in grado di sbrigarsela da solo.
Passione naturale, con quella ci nasci e nessuno può insegnartela. Sono apertissima a diversi punti di vista, ma dovete motivarmeli in modo chiaro e comprensibile, come se fossi una bimba di cinque anni che ancora non sa leggere un rigo, non con teorie cervellotiche o filosofiche. E, soprattutto, dovete aver non dico partorito uno o più bambini, ma almeno farmi sapere quanti ne avete frequentati prima di arrivare alla vostra, di teoria.
Vorrei esempi pratici che smantellino la mia convinzione che non nasce da un’idea che mi è venuta una notte in cui non riuscivo a prendere sonno, ma dall’osservazione di tanti, tantissimi bambini mentre qualcuno legge loro dei libri, me inclusa. Nasce dalla mia esperienza personale ma anche da quella di tanti adulti che adorano i libri mentre i loro fratelli li usano per parare gli spifferi delle finestre, e dal mio vissuto di madre di un marmocchio che fra poco compirà 11 anni.
In questo arco di tempo, ve lo assicuro, di bambini te ne passano parecchi davanti agli occhi. E visto che l’argomento “mio figlio non MI legge” è fra i più gettonati, ho avuto occasione di parlare con parecchi genitori. Il proseguimento della frase è quasi sempre “… però suo fratello/sua sorella sì”.
Quindi – penserete magari a questo punto – La Staccata liquida la questione con il solito, lapidario “è tutta una questione di culo, signora mia?”. Certo che no. Anche se di base la fortuna di avere un figlio predisposto alla lettura esiste, è concreta anche la possibilità che l’interesse per i libri scatti in una fase successiva. Attenzione: parlo di interesse, non di passione. La passione è quella che ti spinge a leggere di tutto fin da piccolissimo, dai bugiardini dei medicinali a Il conte di Montecristo. E’ quella che a tre anni ti fa chiedere in continuazione: “Mamma/Papà/Zio/Nonna, mi dici che cosa c’è scritto qui?”
L’interesse può essere sicuramente influenzato, quello è un discorso molto diverso. La passione bruciante, secondo me no.
Arrivo finalmente al discorso della ragazzina dodicenne. I suoi genitori sono disperati: è bravissima a scuola, ma odia leggere. Sua madre, pensando forse che la passione di mio figlio per i libri sia un mio merito, mi ha chiesto se volessi provare a parlarle un po’. Io le piaccio, le sono simpatica da sempre, avrebbe potuto funzionare. Sua madre, soprattutto, non capisce come mai il mediano ami leggere e il piccolino altrettanto, al punto che mi ha chiesto se potessi prestargli dei libri. Ma non dei “libri per piccoli”, come dicono a scuola sua, perché i piccoli hanno tipo un anno, lui ne ha ben sei. Ci vogliono quindi libri adatti alla sua veneranda età 🙂 Non fa una piega.
Ci siamo sedute tutte e tre a tavolino e abbiamo chiacchierato un po’. Le ho chiesto come mai non le piacesse leggere.
“Perché leggere fa schifo! ” ha quasi gridato lei “Tutti i libri fanno schifo, tutti quanti!”.
A vabbe’. Questo è un osso veramente duro.
Sua madre mi ha sorriso sconsolata, ha evitato di svenire sul pavimento e mi ha fatto un cenno disperato con gli occhi.
“Stai leggendo qualcosa adesso?” le ho chiesto io.
“Mfmfmmm…f… sì” ha risposto schifata la ragazzina.
“Ok. Mi fai vedere cosa stai leggendo per favore?”
E’ tornata in cucina con un albo gigantesco di Paperino. Fumetti, naturalmente. Fumetti, vanno benissimo per carità. E’ sempre leggere, ma perché a una dodicenne non piace Paperino? Forse perché è in quell’età ingrata in cui dovrebbe leggere qualcosa che riesca a farle capire il casino ormonale e mentale che sta attraversando? Non sono una psicologa infantile, eppure arrivarci non è stato così complicato.
Allora le ho proposto un esperimento. Un’ideona, eh! Una cosa che, se mi decidessi a brevettarla, mi pioverebbe addosso oro a carrettoni ( specifico ai meno avvezzi al sarcasmo che mi sto auto prendendo per i fondelli, tante volte non fosse chiaro ).
Le ho suggerito di leggere un libro, io e il marmocchio l’abbiamo recensito poche settimane fa su genitoricrescono.
“Cccioè, ma stai a scherza’?” ha esclamato lei quando le ho fatto vedere il post sullo smartphone “E che Alessandro scrive le recensioni?”.
“No, gioia. Lui legge, di scrivere non ha voglia. Leggiamo lo stesso libro, poi lui si siede vicino a me e io trascrivo le sue impressioni sul PC. Gli faccio da dattilografa, insomma, e non gli censuro gli errori. Se sbaglia un congiuntivo o un termine, lo lascio così com’è. L’importante è che mi dica cosa pensa di quel libro, non deve mica vincerci un concorso letterario con quel post.”
“Ficoooo!!!” ha esclamato lei “Ma tu ce l’hai WhatsApp? Io ti posso mandare dei messaggi così mi fai venire voglia di leggere pure a me?”
“Intanto fai una bella cosa: vai in biblioteca e prenditi questo libro, l’ho appena riconsegnato. E se non lo trovi, prenotalo. Parla di ragazzini come te, di quello che vivono, di quello che pensano, di quello che fanno tutti i giorni. Comincia da questo. Fra le altre cose, ci sono parti velocissime da leggere perché sono chat, così magari non ti annoi a leggere le altre.”
“Come… chat? Delle chat in un libro?”
“E già…tu chatti con i tuoi amici?”
“Avoja! Sì che chatto!”
“E fra i tuoi compagni di scuola ci sono i gruppetti odiosi, quelli che tu con me non ci giochi/non ci parli perché lo dico io? E racconti i tuoi segreti alle amiche anche se ti vergogni un po’?”
“Sì, sì! Eccome!” ha gridato lei, stavolta sorridendo.
Bingo.
E questo dovrebbe essere l’avverarsi di una mia seconda teoria secondo la quale arriva un cazzone qualsiasi a dire a tuo figlio/tua figlia le stesse cose che ti spolmoni di dirgli/le tu, solo che a te non da’ retta neppure se ti dai fuoco.
Questa cosa è accaduta venerdì, devo ancora verificare se è riuscita a trovare 4 amici online! in biblioteca. Non so come andrà a finire, spero con tutto il cuore che leggendolo non dico diventi un’appassionata di libri, ma almeno che la pianti di dire che leggere fa schifo.
Intanto, vi segnalo per conoscenza la nostra recensione, potete leggerla QUI. E’ un libro ggiovane o TVB, magari potrebbe interessare anche i vostri ragazzini.
Anzi, ora che ci penso lo consiglio anche a mia nipote: 12 anni e anche lei detesta leggere. Sua sorella, 10 anni, divora libri e sta anche provando a scrivere un romanzo.
Stessa casa, stessi genitori, stesso contesto sociale, stessi stimoli.
Post it, aggiornamento live. Ore 10:09 del 18 febbraio 2015, ho telefonato due secondi fa alla mia amica. Dice che sua figlia è entusiasta di questo libro, che addirittura sta prendendo appunti su un quadernetto sugli stralci che le piacciono di più. Io sono felice come se avessi vinto al Superenalotto: un’adolescente che ti concede la sua fiducia mi ha commossa fino alle lacrime.
E adesso ditemi che sono la solita iperbolica, non me ne cruccerò più di tanto.
Ben fatto! 🙂
Senti non lo dire mai Più leggere fa Schifo!..Beh se quel leggere fa schifo mi ha fatto sognare,se quel leggere fa schifo mi ha fatto attraversare moltissimi ostacoli,se quel leggere fa schifo mi ha fatto dimenticare le brutte cose,se quel leggere fa schifo mi ha fatto VIVERE!!..E Ultimissima cosa,se odi leggere,beh,Ti prego non scriverlo su qualche Sito.. -.-‘ Ok?,Ciao..
Ciao -Ariana- ,Sono concordo con te 😉
Ecco qualcuno che almeno sta nella mia parte.. :’3
Ma se ami tanto leggere, Ariana, perché non hai letto questo post e ti sei fermata al titolo? 😀
Non riesco a smettere di ridere, scusami.
La Staccata,Una domanda,tu Odi leggere Vero??…
Ricordati che leggere fa bene alla vita :3
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