La mamma igienista
E oggi vi parlo di igiene con un brano tratto da Le mamme non mettono mai i tacchi – Antiguida al mestiere di mamma . Postare stralci di un libro non è sempre una mossa brillante, perché per ovvi motivi non può rappresentare l’interezza dello scritto. Preciso, a scanso di equivoci, che questo capitoletto è racchiuso in un campionario di varia umanità mammesca che ho stilato per semplice divertissement , un excursus che abbraccia le fisime di noi donne in modo volutamente esagerato. Dovrebbe essere chiaro ai più, ma visto che non sempre lo è, un piccolo incipit esplicativo mi sembrava d’uopo.
LA MAMMA IGIENISTA
Le donne sono tendenzialmente più pulite degli uomini. Sarà perché sono destinate a passare l’infanzia a pettinare le bambole e a profumare di rosa selvatica, mentre ai maschietti è concesso rotolare nel fango “perché così scaricano l’aggressività”. Gli uomini sporcano il pavimento e le donne puliscono. Così va avanti da secoli e così, molto probabilmente, andrà avanti ancora per un bel pezzo. Una persona curata e profumata di fresco è naturalmente ben accetta nella società, molto più di una trasandata che emana sempre un lieve sentore di cipolla in putrefazione. La pulizia è una così gran bella cosa che non dovrebbe avere identità sessuale, ma su quest’argomento le donne possiedono quel briciolo di zelo in più, sufficiente a scaraventarle nel baratro dell’esagerazione.
La maniaca della pulizia conosce fin dalla più tenera età qualcosa che molti ignorano fino a quando non sono costretti per la prima volta a pulire una macchina del gas incrostata: non esistono detersivi senza risciacquo.
Nel corso degli anni, l’igienista si arma dei migliori strumenti per combattere i pericolosi nemici dell’igiene: nessuna, come lei, riesce a elaborare strategie bellicose per raggiungere la detersione assoluta. Pulire è faticoso, e lei non perde occasione per fartelo notare ogni volta che metti piede a casa sua. Dopo aver scrupolosamente strofinato le scarpe sullo zerbino, una volta entrato non osi nemmeno posare le chiavi della macchina sulla mensola di cristallo immacolato. Le tue impronte digitali risulterebbero evidenti come pedate di fango su un pavimento di alabastro.
La sua fobia non fa certamente di lei un animale sociale. L’igienista non mangia piatti promiscui come il cous-cous o la polenta. In gelateria trova ogni scusa per non partecipare all’assalto della megacoppa dell’amicizia: l’incubo di poter sfiorare, seppur accidentalmente, la saliva di altri soggetti la atterrisce. È la peggior compagna di viaggio: risulta difficile convivere serenamente con una che preferirebbe morire disidratata piuttosto che poggiare le labbra su una bottiglia dove un paio fra i suoi più cari (e puliti) amici hanno succhiato un sorso d’acqua. Non la convincerete mai a venire in campeggio con voi o a passare una notte in camper, anche se il veicolo in questione è una di quelle lussuose case semoventi, dotate di doppi servizi e rifiniture in radica di noce.
La gravidanza
Vista la natura certamente non asettica dell’atto sessuale, probabilmente rimane incinta per immacolata concezione. Terrorizzata dalla toxoplasmosi, quando si accorge del suo stato, sgozza senza alcun rimorso il gatto e sterilizza il cane con l’autoclave. Se non lo ritiene perfettamente pulito, lo accompagna dal veterinario per l’iniezione letale.
Una donna incinta è una generosa dispensatrice d’urina: è fisicamente impossibile riuscire a trattenersi dal farla ogni cinque minuti, soprattutto alla fine della gravidanza. L’igienista è l’unica gestante in grado di bloccare la vescica a comando, se non è certa delle condizioni igieniche del luogo in cui si appresta a offrire il suo prezioso contributo. Quando è ospite in casa di amiche, ispeziona il bagno alla ricerca di pericolosi germi patogeni e muffe nascoste. Annota tutto accuratamente su un taccuino e finisce con l’assegnare alla pulizia dei water le bandierine azzurre sulla base di severissimi criteri di valutazione. I bagni selezionati meriteranno il contributo della sua pipì, quelli bocciati verranno disertati per sempre, anche se questo comporterà la distruzione di amicizie secolari.
Il parto
Progetta fin dalla prima infanzia un cesareo programmato. Un evento come il parto naturale, che prevede il perdere liquidi corporei d’ogni genere, include la possibilità di vomitare e alla fine magari anche defecare sul lettino ostetrico, non rientra proprio nella sua concezione di pratica igienica.
Come cresce i figli
La mia mamma era un’igienista, non sfrenata, ma abbastanza pulita da minacciarci delle punizioni più aberranti, se ci si azzardava a spargere briciole sul divano. Mi ha trasmesso questa mania: io adoro l’odore della candeggina, m’innervosisco se vedo troppa polvere sui mobili, vorrei spararmi quando il caffè trabocca dalla moka sul piano appena lucidato della macchina del gas; ma questo è tutto. Se mio marito ritorna dal lavoro e ci propone di andare a fare una passeggiata, mollo il ferro da stiro in un angolo ed esco. Se mio figlio mi chiede la valigetta con i pennelli e le tempere, lo accontento volentieri, anche se so che subito dopo dovrò buttare nella pattumiera maglietta, pantaloncini e in certi casi anche il bambino.
Ero una maniaca della pulizia, ma sono riuscita a guarire grazie a mio figlio. È assurdo, oltre che ingiusto, stare sempre con lo scopettone in mano, quando in casa c’è chi merita e reclama la tua attenzione: ma l’igienista doc non guarisce neanche quando diventa mamma, anzi, impazzisce totalmente, perché i bambini non hanno la benché minima concezione del pulito.
A nostri piccoli non importa un fico secco se il pavimento della cucina non è perfettamente lucido o se non possono godere di un ambiente asettico, anzi! Il loro passatempo preferito consiste nell’ispezionare accuratamente il terreno alla ricerca delle peggiori schifezze da raccattare.
I figli della mamma igienista non avranno mai il piacere di mettersi in bocca quei deliziosi cumuletti di polvere che si annidano agli angoli del battiscopa, non cresceranno mai ciucciando calzini sporchi o leccando i vetri delle finestre. Che amarezza!
0/6 mesi
La mamma igienista incendia immediatamente il ciuccio, se viene a contatto con superfici dalla dubbia sterilità; fa dormire il piccolo abbracciato a una confezione di candeggina spray, nel caso qualche germe patogeno dovesse aggredirlo durante il sonno. Arricchisce aziende come la Napisan o la Lisoform che le inviano gli auguri di Natale, per l’onomastico e per l’anniversario di matrimonio.
6/12 mesi
Quando il bebè inizia a gattonare, la casa della mamma igienista diventa un deposito di pattine e calzini antiscivolo disseminati in ogni angolo. L’ospite distratto che non si tolga le scarpe al suo arrivo (magari perché imbarazzato da un poco elegante buco nel calzino) rischia la defenestrazione istantanea. Se la mamma in questione abita in un attico, assecondarla diventa un’ovvia manovra di sopravvivenza.
12/24 mesi
La mamma igienista lava le manine del figlio fino a cancellargli le impronte digitali, lo apostrofa malamente ogni volta che tocca un oggetto, dicendogli che “è cacca” anticipando così al piccoletto che viviamo in un mondo di me…lassa? No, non esattamente.
Organizza un sabba per bruciare i vestitini smessi, gentilmente offerti dalla sorella (neanche fosse la zia dei tre porcellini…), dimostrando così di essere stupida, oltre che poco riconoscente. Il bambino si ammala troppo, perché, non avendo mai conosciuto un batterio in vita sua, non sa come si fabbricano gli anticorpi.
24/36 mesi
Durante i primi approcci con il mondo esterno, l’igienista scopre con orrore che i bambini si baciano sulle boccucce impastate di mocciolo e saliva, bevono dal secchiello dove fino a pochi istanti prima stavano miscelando fango e formiche, si scambiano con naturalezza tranci di pizza predigerita. Disgustata da tanta promiscuità, verrà tentata dal porre il figlio in isolamento per preservarlo dalle malattie. Soltanto il suo grande amore di mamma alla fine riesce a farla rinsavire dalla decisione di disertare per sempre asili nido e parchi comunali.
Il bimbo da adulto
Il figlio della mamma igienista sarà sicuramente un individuo tediato da gravi disturbi ossessivi compulsivi, e al momento dei pasti impiegherà almeno mezz’ora prima di decidere che le sue mani sono abbastanza pulite per mettersi a tavola. Non conoscerà mai il piacere di condividere un campeggio con gli amici e sarà l’unico adolescente a non ciucciarsi una fila di dodici ore per partecipare ai provini del Grande Fratello, perché atterrito dall’evenienza di dover dividere il bagno con altre dodici persone.
Anche il primo bacio gli apparirà abbastanza ripugnante, ma una volta acquisita una certa confidenza con la faccenda, sarà ben disposto a sopportare le piacevolezze offerte dall’altra metà del cielo. Esageratamente pulito sì, asessuato magari no.
Consigli per farla guarire
Invitarla a una gita fuori porta e gettarla in un grufolatoio o magari in un cassone di letame è una terapia choc, per una mamma igienista, ma che non servirà a scuoterla dalla sua follia. Questo comportamento, oltre a costringervi a pagare un conto salato in lavanderia, e magari a costarvi una denuncia, potrebbe mettere a repentaglio qualcosa di molto più importante.
Se siete amiche di questa persona, cercate di sopportare le sue stramberie e accettate con rassegnazione che vi spruzzi di disinfettante ogni volta che entrate nella sua macchina. In caso contrario, rischiate di perderla per sempre. Se, invece, è persona che non stimate particolarmente, allora gettatela tranquillamente nel recinto dei maiali: la sua odiosa puzzetta sotto il naso sparirà di colpo, soffocata da olezzi decisamente più nauseabondi.
Il compagno
Non è certamente un sudicione; l’igienista non potrebbe mai neanche avvicinarsi a un uomo così. Lei è una delle poche elette che riescono a scovare un maschio immacolato in un mondo di uomini per i quali la pulizia è qualcosa di approssimativo e del tutto opinabile. Intendiamoci: non sto dando dello sozzone a chiunque appartenga al sesso maschile, sto soltanto dicendo che è raro trovare un uomo che goda nel veder brillare il piano di un lavello di acciaio.
Naturalmente il compagno della mamma igienista, per quanto pulito, rimane sempre un uomo. Questo torna utile in alcune situazioni d’emergenza: a rientro dalle vacanze, ad esempio, quando ci si accorge che i piccioni hanno eletto la veranda della cucina a quartier generale degli sfoghi intestinali. Due braccia forti, che afferrino al volo la donna mentre sviene, sono indispensabili; se anche lui si spaventasse di fronte a così poco, la loro vita familiare sarebbe un delirio.
Questo post partecipa al blogstorming. Tema del mese: Igiene e cura di sé
Esiste gente così, esiste… so di una che vive in una casa a due piani, e costringe la famiglia a cambiarsi d’abito per salire di sopra, per non portare impurità da fuori. Che dire?
Se hai altre tipologie da descrivere, sono tutt’occhi 🙂
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