MammaCheblog Social Family Day… e ora che mi metto?
Me l’ha suggerito qualche giorno fa un personaggione che chiamo confidenzialmente Maurochediolobenedica prendendo così in prestito la celeberrima definizione della tata storica di Elasti di Nonsolomamma. E’ riuscito ad aiutarmi in un frangente particolarmente difficile con una piccola perla di saggezza: “Anche se ora ti sta succedendo questo, tu non cambiare vita. Altrimenti la vita cambierà te.”
Perciò, seppure con il cervello impantanato in mille altri pensieri (pochissimi dei quali spalmati di gioia di vivere), negli ultimi tre giorni sono stata impegnata a risolvere uno pseudo problema: il MammaCheblog Social Family Day è alle porte, e ora che mi metto? Di solito non mi pongo tanti problemi nel vestire. Non sono una sciattona, ma neppure una fashion victim. Una giusta via di mezzo, in genere ce la faccio a trovare uno straccetto decente da buttarmi addosso. Però avrei voluto comprare qualcosa di nuovo, così, tanto per fare pendant con la novella esperienza: è la prima volta che vado in quel di Milano per questa piacevole adunanza di blogger.
Il problema è la temperatura. I meterologi promettono 10 gradi e raffiche di pioggia (ma circoscritte nel pomeriggio, eh! Che kiulo!). Sulla grandine non si pronunciano, viva Dio. Quei 10 gradi (pochini, per chi vive a una latitudine che gode da giorni di un clima relativamente mite) mi hanno spiazzata. Avevo qualcosa di carino da mettere, ma prettamente estivo. Con dieci gradi la mia meticolosa preparazione dell’ outfit (e sì, un’occhiata di tanto in tanto a “Ma come ti vesti?” l’ho data persino io) se ne va serenamente a morire ammazzata.
Ho girato e rigirato ma nulla: forse sono particolarmente sfigata io, ma il lino e il cotone puro sono diventati materiali in via d’estinzione. Preferirei percorrere La Manica a nuoto in pieno inverno piuttosto che indossare maglie di plasticaccia. Pure costose, fra parentesi. Ho deciso perciò di arrangiarmi con ciò che avevo già in casa, sono sicuramente capi migliori della porcheria che ho trovato in giro in questi giorni.
Il problema principale è la scarpa. Mi sono messa in testa di partecipare semi-taccata: sandalo aperto sportivo. Tacco alto ma largo + plateau, altrimenti lo spatasciamento all’ingresso del Quanta Village fra l’ilarità degli astanti è assicurato. Ecco. Sandalo aperto (pure se sportivo) mal si abbina al fatto che dovrò prendere un treno al principiare dell’alba per poi rientrare a Roma a notte inoltrata. Sandalo aperto si abbina male anche con 10 gradi di temperatura, ma di quello non mi importa: sono una donna atipica, reggo bene a piedi nudi anche sotto zero. Non sento mai freddo, per questo poi 10 volte su 1 mi becco la broncopolmonite. Allora ho riconsiderato l’opportunità di mettere le mie adorate scarpe da ginnastica. Però… però.
Mai avuto il complesso della non altezza, ma il 90% delle amiche che avrò finalmente la gioia di incontrare dopo tanto cazzeggio su Fb e le reciproche visite sui blog sono stanghe di almeno 1, 75 cm. Per non parlare degli amici, perché ci sono ovviamente pure gli uomini, non è che ‘sti figli di cui parliamo tanto nei nostri spazi Web ce li siamo tutte autoprodotti. Negli scatti che faremo non vorrei sembrare una figlia di… blogger, ma una collega.
Il dilemma è: optare per le scarpe da ginnastica e fare la solita “tappa ma felice” oppure dimostrare a me stessa che tutto sommato il sandalo alto non mi ucciderà? Ma che cacchio di problemi ti fai, Staccata? Ma non hai altro a cui pensare? Cacchio se ce l’ho, ma pensare a certe cretinerie sovvenziona la mia anima acciaccata, rinvigorisce il cervello e mi fa sopravvivere. E scusate se è poco…
Melanie Griffith docet: infilerò in una sacca un paio di provvidenziali ballerine. Non che siano la mia calzatura preferita, mi stanno da schifo come a tutte le gnappe traccagnotte, però pesano poco e non ingombrano. Alla bisogna, se i miei piedi chiederanno a un certo punto vendetta al cospetto di Dio, potrò liberarli dalle loro sofferenze.
Non sono certamente una donna in carriera, ma una tipa previdente sì. Questo post è probabilmente il più inutile della storia del Web. Serve solo a segnalare che sabato prossimo ci sarò anch’io a Milano. Potrete riconoscermi in scioltezza: sarò quella che indossa un sandalo alto sportivo e una ballerina, perché 10 a 1 che per allora non avrò ancora deciso cosa mettermi.
Mi mancherai 🙁
Non mi ci far pensare, Gaetà, che mi metto a piangere davvero.
Ecco, l’ho letto mentre ho mezzo armadio sul letto e la valigia ancora vuota che sto 10 grado hanno spiazzato anche me. Io non ce la posso fare a osare il sandali, quindi altra bassetta staccata. Magari facciamoci una foto insieme così non sarà troppo chiaro se siamo figlie di o bloggers…è magari saliamo pure su un gradino 😉 a sabato!!
Ommioddio, sono commossa! Non sono proprio una razza autoctona, allora 😀 Assolutamente sì, la foto è d’uopo. Solo mi sa che dovrai rintracciarmi tu, non vedo link al tuo blog. Sarà come cercare una margheritina in mezzo a un campo di girasoli ma tu tieni d’occhio un gruppo di stangone: 10 a 1 mi troverai lì.
Eccomi! http://www.ragionesentimentocaos.blogspot.com
Sono qui, dopo ti cerco!!! 😉
Oooooooooops! Scema che sono! Ho dimenticato di specificare che io sarò a Milano soltanto domani mattina, dopo le 10:30. E considera che io sto crescendo un figlio… Per dire…
Facciamo domani? E per forza, mi sa 😀