Perché io Scrivo
Un post caustico che disturberà gli Artistihhh in particolar modo, successivamente i loro fan. Pazienza, me ne farò coraggiosamente una ragione.
Riflessioni che non sono soltanto mie, le ho ritrovate – tanto per fare un esempio – nello splendido capitolo Via Margutta contenuto in Dodici posti dove non volevo andare di Clara Cerri.
L’arte è un desiderio che va seguito fino in fondo, come i desideri del corpo. Così recita Novella Perugini, personaggio di Clara ispirato alla famosissima artista che dipingeva i gatti.
Spesso, però, l’arte è scema. O meglio: ad essere scema non è l’arte in sé ma gli artisti. In Via Margutta Clara racconta in modo straordinariamente ironico che spesso è il contesto a fare l’artista, gli entusiasti estimatori, che è sufficiente atteggiarsi a Persona Unta Dal Signore Dei Vari Talenti per innalzarsi un gradino più in alto dei comuni mortali.
Adoro il libro di Clara in generale, mi piace in particolar modo questo stralcio perché non si permette di prendere in giro l’arte, ma alcuni suoi rappresentanti. Quelli che ci credono troppo, quelli che si prendono spaventosamente sul serio e finiscono col rendersi grotteschi. In Via Margutta viene descritta una zingarata fantastica di un gruppo di studenti, ragazzini che assemblano in fretta e in furia presunte opere d’arte generate, in realtà, da autori che non hanno alcun talento con i pennelli. Organizzano questo scherzo colossale per vedere di nascosto l’effetto che fa e, con i dovuti accorgimenti, riescono persino a vendere quei “capolavori”.
Il senso di tutto ciò che ho appena scritto, lo specifico perché forse per alcuni senso non ha, è che poche cose al mondo riescono a farmi ridere con gli Artisti con la presunta A maiuscola. Fra i tanti, visto che la categoria mi riguarda piuttosto da vicino, ci sono gli Scrittorihhh ( sì, quelli con la S maiuscola e la tripla H finale).
Parlo di quei soggetti che non riescono davvero a trattenersi dall’esternare a un pubblico attonito e partecipe (?) gli sviluppi della loro Arte. Quelli che, ogni due per tre, DEVONO aggiornarti sul numero di battute giornaliere partorite, sulla quantità di pagine prodotte ( in linea di massima di notte, mentre il mondo è sotto le coperte, perché fa più pathos; o magari a Capodanno, quando la plebe è impegnata in volgari festeggiamenti ), sulle impagabili sensazioni che quel lavoro, svolto fra immani difficoltà ed epici sacrifici, è riuscito a generare nella loro Anima.
Facebook, in linea di massima, è il veicolo preferito per diffondere tali essenziali notizie perché è il più rapido. Ma di cosucce interessanti se ne leggono anche nei forum per scrittori o sui blog personali. Sempre in via generale, non sono neppure autori così talentuosi, apprezzabili o famosi ( non che l’essere noti li scagionerebbe, ma potrebbe in qualche modo essere una specie di attenuante ). Ciò non esclude che qualcuno di questi soggetti possa anche essere un autore conosciuto, certe défaillance capitano a chiunque.
Parlo di quelli che “Ommioddiohhh! Dovevo ASSOLUTAMENTE scriverlo, pena l’autocombustione spontanea!”
Ora. Ridimensioniamo un attimo la questione. Facciamo le persone serie, proviamoci almeno.
Quella faccenda dell’ispirazione è verissima, ve lo assicuro. Io, lurida miscredente, l’ho negata per tantissimo tempo ma poi mi sono accorta che è autentica. Ti assale all’improvviso: capita qualcosa e devi raccontarlo, anche un episodio apparentemente insignificante, un lampo di vita che altri non noterebbero neppure se qualcuno gli segnalasse l’evento con insegne luminose a intermittenza e/o fuochi d’artificio.
A me è successo in particolar modo una mattina, mentre passeggiavo per il mio quartiere. Ho un visto un vecchio e il suo cane, o forse un cane e il suo vecchio, e li ho raccontati qui. Questo brevissimo scritto non rappresenta il mio capolavoro assoluto, ammesso che io sia in grado di produrne in taumaturgici momenti di grazia. Però una vocina mi ha imposto, una volta rientrata in casa, di spendere due parole su di loro.
Ecco. Per me scrivere si risolve semplicemente in questo: un po’ come quando hai bisogno di fare la pipì, se ti scappa non puoi trattenerti a lungo. Però non soffro di incontinenza cronica, non devo farla ogni cinque secondi, non esisto solo per liberare la vescica: mi limito a vivere e fare pipì di tanto in tanto.
Gli Artistihhh inorridiranno nel veder ridotta a mero sfogo fisiologico l’arte dello scrivere, e tutto sommato non posso dar loro torto. E’ sicuramente corredata di qualcosa in più, non discuto. Però, benedetti figlioli, il mio fastidioso ridimensionamento della faccenda è sempre meno urticante della vostra inestinguibile incontinenza.
Scrivere è meraviglioso, piace un sacco anche a me farlo, ma non credo rappresenti notizia di mondiale importanza il numero di cartelle che ho prodotto oggi oppure la manfrina “Volete vedere in anteprima interplanetaria la copertina del mio prossimo romanzo? Non dovrei, ma….come posso privarvi di questo Privilegio?”
Non sarebbero dati di essenziale utilità da diffondere sul Web neppure se fossi la Rowling o la Mazzantini, giusto per restare in italico suolo. E anche se avessi questa fortuna, mi esimerei dal tediare i lettori con certi particolari preoccupandomi magari di ringraziarli per il tempo che riservano alle mie cose, piuttosto.
Concludo questo sproloquio postandovi una foto che ho pubblicato tempo fa sulla mia pagina autrice in quel di Facebook, un giorno in cui avevo letto altrove uno status davvero strepitoso, uno di quelli che ti fanno scoprire doti di signorilità inaspettate. Salvifiche e provvidenziali, ti impediscono di replicare quel sacrosanto: “Ma che ca@@o stai a dì?” e di esternarti in modo meno sboccato e più creativo.
Questa la didascalia:
Perché io ssssscrivo. Tutti i giorni. Un’esigenza vitale, imprescindibile, improcrastinabile. Qualcosa da fare necessariamente, come un respiro. Scrivo, per colmare assenze come dispense vuote. Scrivo, perché non farlo mi mancherebbe come il pane quotidiano. E il latte, lo yogurt, e la… pasta. Porca l’oca. Ho dimenticato la pasta! La solita rintronata.Vado a perfezionare la mia Artehhhh. Con permesso.
Queste righe mi ricordano una persona, uno scrittore romano.
Queste righe ricordano molti scrittori e scrittrici: romani, milanesi, napoletani o giapponesi, famosi, sconosciuti, semisconociuti oppure no. Prego, cortesemente, Mario o chiunque altro nutrisse antipatie personali per un soggetto o una soggetta ben specifici, di esternarle altrove. Questo è un post che si riferisce a un fenomeno generale, non è un attacco personale rivolto a uno o più soggetti in particolar modo. Grazie.
No, no, nessun attacco, ci mancherebbe, era solo per dire che queste tue righe me lo ricordavano, magari lo conosci anche.
Mario, conosco moltissimi scrittori. Molti sono romani, perché lo sono anch’io. Però non credo sia questo il punto, no? Se hai voglia di dire qualche parola in più sulla questione ( scrittore che ti ricorda queste righe a prescindere ), sei naturalmente il benvenuto come chiunque sia così carino da farmi visita in questo spazio. Il tema è: artisti ( non solo scrittori ) che si prendono troppo sul serio e non “Le amicizie di Luana”. Grazie 😉
Sembra un po’ tipo lanciare la pietra e nascondere la mano, poi di scrittori che a cinquant’anni suonati parlano ancora di inseguire i propri sogni, fare le cose col cuore e con amore ce ne sono molti, hai ragione 🙂
Vuoi anche dirci il nome della persona a cui ti riferisci in particolar modo, Mario? Non so di chi parli, a me non sembra affatto di aver nominato sogni, cuore, amore o cinquantenni nel mio post, l’hai appena fatto tu. Io racconto di un atteggiamento che mi fa sorridere, certe volte persino incazzare amabilmente, un atteggiamento a cui non servono nomi e cognomi e che non comprendo né condivido.
E parlo di artisti che si prendono troppo sul serio, citando anche lo stralcio di un libro bellissimo. Se hai voglia di lasciare un commento a questo, ribadisco che sei il benvenuto. Se vuoi fare altro, mi spiace ma ti invito a farlo altrove.
A fare altro?? Cioè?? Fammi capire. Perché sei così sulla difensiva? Spiegami.
Non sono sulla difensiva, è solo che il tuo secondo commento con riferimenti così specifici a questa persona mi fa pensare che tu abbia voglia in qualche modo di parlare in modo non troppo lusinghiero di lui in questo spazio. E non mi sembra appropriato, tutto qui. Per “altro” intendo questo. Ecco, se la mia ipotesi fosse in qualche modo esatta, gradirei che non lo facessi. Non è questo lo scopo del post, non saresti neppure il primo che si affaccia da queste parti con queste intenzioni. Ho già gentilmente invitato altri, in privato, a evitare e hanno compreso.
Una qualsiasi replica, se ti va di lasciarla, perfetta anche: “Tizia, hai scritto un mucchio di cavolate, non sono per nulla d’accordo con te. Perché per me lo scrivere oppure l’arte in generale è…”
Non pretendo assolutamente che chi mi legge concordi con quello che scrivo, dovrebbero internarmi alla Neuro per il resto dei miei giorni se fosse così. Mi piace invece che mi si lasci un commento, se uno ne ha voglia, possibilmente senza divagare. Spero di essere stata esaustiva.
Bellissimo! Mi piacciono un sacco le persone che sanno ironizzare senza prendersi troppo sul serio, mamme, scrittori o altro che siano. Ma questo te l’ho già scritto altre volte (mi permetto il tu perché i nostri figli sono coetanei e se abitassimo nella stessa città sono sicura che diventeremmo amiche).
Tu continua a scrivere così e io continuerò a leggerti con piacere.
Grazie
Betta
“Permetterti” il tu, Betta? Sorrido 🙂 E’ rarissimo incontrare persone così a modo e non intendo soltanto sul Web. Il tuo “tu” è graditissimo, così come il tuo commento. Finalmente ciccia fuori una replica pertinente a questo post, ne ho dovuti cancellare diverse e spiegare privatamente il perché. Erano persone passate di qui per chiedermi conferma se stessi parlando di un’autrice o un autore in particolar modo, alcuni avevano persino scritto i nomi di questi scrittori/scrittrici in calce al mio post. Francamente non ne comprendo l’utilità. Prendere il mestiere di scrivere, o l’arte in generale, un pochino meno sul serio: questo è il tema del post, felice che il messaggio sia arrivato a qualcuno.
Grazie, Betta, e alla prossima!