Sono piccola, scura e mezzosangue calabrese. Tuttavia, per una fortunatissima mutazione genetica, sono esonerata dall’ incubo di quasi tutte le donne a stampo mediterraneo: sfoggio il minimo sindacale di peluria garantito dalla clemenza di chi ha deciso, un bel giorno, che dovessimo partorire e depilarci con dolore. Sono decisamente una mora atipica: ci sono zone del mio corpo che non richiedono alcuna azione di decespugliaggio visto che i peli sono chiarissimi e deboli come micetti appena nati. Braccia, cosce e viso non sono costretti a subire l’unico momento realmente tragico nella vita di una donna: la depilazione con sistemi così dolorosi che le contrazioni del travaglio, a confronto, risultano lievi come crampetti mestruali.

Però, prima che una comunità di donne ultrapelose si riunisca per omaggiarmi di anatema malefici e malocchi vari, specifico che una magagna in tutto ciò ce l’ho anch’io: la ricrescita. Velocissima, fuori da ogni controllo. Accade lo stesso per i capelli: si allungano circa 2 cm al mese, il doppio di un comune esemplare di essere umano. Ho peli moderatamente sottili e non troppo scuri, ma ostinati come la gramigna nei campi. Non fai in tempo a estirparli, che questi ricicciano fuori. Una ceretta, anche eseguita ad hoc, mi dura in media una decina di giorni. Se mi azzardo a usare il rasoio, tempo una giornata e mi ritrovo da capo a dodici, con l’ aggravante di peli che sotto la soluzione estemporanea della lama si irrobustiscono come germogli di baobab.

Così, ho accettato più che volentieri di testare il Lumea Comfort della Philips. Non sono una donna yeti, d’accordo, ma fare la ceretta ogni quindici giorni perché ho i bulbi piliferi iperattivi non è semplice né tantomeno economico. E fa male, soprattutto. Ho partorito quasi senza fare un fiato, ma la ceretta mi fa frignare più di mio marito durante la scena finale di Terminator.

Mi arriva questo delizioso affarino a casa: piccolo, maneggevole e dal design accattivante nonostante il tasto rosa piazzato al centro del dispositivo. Chi mi legge spesso sa che ho la didascalia “I hate pink!” impressa a fuoco sul torace, ma alcune gradazioni riesco a tollerarle. E’ un rosa delicato; la tonalità Peppa Pig è l’unica davvero capace di stroncarmi il sistema nervoso.   

Fa male? Assolutamente no. Non ho avvertito nessun tipo di fastidio, solo un piacevole e leggerissimo calore. Considerate che avevo anche una caviglia lievemente escoriata; zero dolore anche lì. Ho regolato alla massima potenza, le gambe erano leggermente abbronzate. Sulle ascelle, invece, è stato necessario dimininuire a livello 3. Alla potenza superiore, avvertivo una scossa elettrica sopportabile ma certamente non gradevole. Ho ascelle troppo sensibili, io. Mi crollano sotto rasoi, ceretta e film strappalacrime.

E’ facile da usare? Sì. Le istruzioni sono semplici e intuitive. Basta regolare l’intensità della luce sul fototipo corretto per scegliere quella che, fra le 5 impostazioni disponibili, è la più adatta. Impossibile sbagliare: il Lumea è dotato di un sensore di riconoscimento della pelle e un filtro UV di sicurezza integrato.

Controindicazioni: non va utilizzato in gravidanza o nel caso in cui soffriate di cancro della pelle, lesioni, epilessia, problemi vascolari, malattie immunodepressive o allergie cutanee alla luce. Idem se state assumendo farmaci che potrebbero causare fotosensibilizzazione. Sconsigliato anche l’utilizzo su tatuaggi, piercing, pacemaker, protesi, punti di inoculazione per l’insulina e soprattutto nei: in tal caso è necessario coprire la parte con una matita per occhi bianca e applicare la luce solo nell’area circostante.

Limitazioni: se siete bionde o rosse naturali, non potete usarlo perchè l’apparecchio “riconosce” soltanto peli castani o neri. Idem se siete molto abbronzate, la luce pulsata non funziona sulla pelle baciata dal sole. Perciò, preventivate l’acquisto in tempo utile per l’estate, altrimenti sarà necessario rimandare tutto a quando torneremo a lamentarci delle temperature polari. Funziona al top se possedete una carnagione candida e peli d’ebano. Biancaneve, a mio avviso, sarebbe stata la tester ideale.

Frequenza del trattamento: ho letto alcune tester parlare di “pazienza e costanza per ottenere i risultati”. Io mi permetto di far presente che si tratta di una frequenza accettabilissima: i primi trattamenti vanno effettuati ogni due settimane. Poi segue una sorta di cura di mantenimento (che varia naturalmente in base alla risposta individuale) con intervalli compresi fra le 4 e le 6 settimane. I tempi del trattamento sono identici a quelli dell’ applicazione della ceretta, se non inferiori.

Per una dotata di ricrescita miracolosa come neppure Barbie Magici Capelli, un intervallo di quindici giorni è un conforto mica male. Così, ho subito inserito il grazioso affarino nelle fila degli escamotage che utilizzo per rendermi presentabile in società come buon auspicio, ancora prima di fare il test: