Ieri pomeriggio ho scritto questo pensiero in un gruppo privato su Facebook:  “Domani mattina sarò finalmente online con il nuovo blogghino, augurandomi che il risultato sia appetibile e soprattutto funzionale. Non amo vincere facile, per carità di Dio, però inizio a chiedermi perché anche una cretinata come il restyling di un blog a me debba costare sempre lacrime e inutile fatica.”

Una mia amica ha risposto: ” Perché c’ è gente nata per spingere i massi in salita e tu potresti essere uno di questi. Tanto alla fine ce la fai.”

E io: “Sospettavo che fosse così, ma vallo un po’ a raccontare al mio nervo sciatico…”

Questo trasloco di nervi me ne ha infiammati diversi, e sono collocati un po’ più a nord del mio lato B. Il motivo? Attualmente Overblog non consente di effettuare il backup dei contenuti. Ergo: chiunque voglia traslocare da lì è praticamente prigioniero in casa sua: forse, e sottolineo forse, a Marzo prossimo attiveranno l’apposita procedura. Per il momento l’unico modo per crearsi uno spazio in un’altra piattaforma è copiaincollare i post, un’attività che consiglio caldamente come alternativa alla pena di morte: riformattare il testo, aggiungere nuovi tag, indicizzare come SEO comanda e quindi scegliere foto compatibili con la nuova grafica mi ha portato via un casino di tempo prezioso.

Il risultato? In questo nuovo blog trovate appena una settantina dei post che ho scritto in oltre 5 anni di blogging e sono pure orfani di commenti, perché ovviamente quelli non si possono copiaincollare. Fra circa 2 mesi, se Santa Url mi assiste, dovrei riuscire a trascinarmi dietro anche la rimanenza e stavolta con tutti i commenti. Dovrei, è tutto da vedere.

E per questo che nella pagina Roma Roma Roma   trovate appena cinque post, ed è anche per questo che leggendo qua e là in questo nuovo spazio troverete dei link che non funzionano: li sto ricontrollando, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo. “Rome wasn’t built in a day“, è proprio il caso di dirlo visto che una sezione del mio blog è dedicata proprio alla mia città.

Mi auguro che la nuova veste tutta di viola spalmata vi piaccia. Ho scelto questa tinta perché nasce dall’unione di due colori senza sesso: il mio è uno spazio a prevalenza mammesca, ma non per questo ho pensato fosse una buona idea ghettizzare i suoi contenuti identificandoli con il rosa. So che mi legge anche l’altra metà del cielo e poi la mia anima da carpentiere non ha mai amato il color confetto.

Per farla breve: eccomi qui, di nuovo. E’ stata dura,  durissima. Però, come dice la mia amica, probabilmente io sono una di quelle nate per spingere massi in salita. Il mio nervo sciatico dovrà prima o poi farsene una ragione.